Short trip (among fig and olive trees) – part 1

Era un po’ di tempo che progettavo qualche giorno in una masseria in Puglia, per riposarmi tra uliveti secolari, sentieri di terra rossa a perdita d’occhio, buon cibo e qualche tuffo, tempo permettendo.
Speravo che settembre fosse clemente, non tanto per il bisogno di stare al sole come una lucertola (passatempo che non mi attrae particolarmente), quanto per godere dell’atmosfera limpida, dei colori e del calore di quelle terre. Il meteo è stato clemente, a parte la sera ad Alberobello, ma devo dire che il cielo bianco come i muri di calce dei trulli, con i tetti in pietra grigia come unico colore in contrasto, hanno reso l’atmosfera ancora più surreale.



L’angolino pieno di zucche ha attirato la mia attenzione, così mentre tentavo di immortalare la scena, il proprietario di casa mi ha spiegato che servirebbero come antifulmini…sto ancora cercando di capire se mi stesse prendendo in giro o meno…


La masseria che ci ha ospitati non mi ha affatto delusa, e non mi sono limitata a fotografare innumerevoli piante di fichi d’India, ne ho addirittura raccolta qualche “pala” che ho provato a trapiantare. La proprietaria della masseria, gentilissima, mi ha seguita nella raccolta…spero davvero che riescano ad attecchire anche al clima di casa mia…




La costa ci ha offerto scorci meravigliosi, resi ancora più belli dal fatto che eravamo quasi i soli, tra il verde-blu del mare, gli scogli neri e le due differenti vegetazioni delle coste, ovest ed est.
La prima è un susseguirsi di macchia mediterranea che piano piano scivola verso l’acqua, alternando bassi cespugli di colori che vanno dai verdi ai grigi.


La seconda, più scoscesa e a picco sul mare, ci ha offerto terra rossa, campi brulli e pineta.


Era un po’ di tempo che progettavo qualche giorno in una masseria in Puglia, per riposarmi tra uliveti secolari, sentieri di terra rossa a perdita d’occhio, buon cibo e qualche tuffo, tempo permettendo.
Speravo che settembre fosse clemente, non tanto per il bisogno di stare al sole come una lucertola (passatempo che non mi attrae particolarmente), quanto per godere dell’atmosfera limpida, dei colori e del calore di quelle terre. Il meteo è stato clemente, a parte la sera ad Alberobello, ma devo dire che il cielo bianco come i muri di calce dei trulli, con i tetti in pietra grigia come unico colore in contrasto, hanno reso l’atmosfera ancora più surreale.



L’angolino pieno di zucche ha attirato la mia attenzione, così mentre tentavo di immortalare la scena, il proprietario di casa mi ha spiegato che servirebbero come antifulmini…sto ancora cercando di capire se mi stesse prendendo in giro o meno…


La masseria che ci ha ospitati non mi ha affatto delusa, e non mi sono limitata a fotografare innumerevoli piante di fichi d’India, ne ho addirittura raccolta qualche “pala” che ho provato a trapiantare. La proprietaria della masseria, gentilissima, mi ha seguita nella raccolta…spero davvero che riescano ad attecchire anche al clima di casa mia…




La costa ci ha offerto scorci meravigliosi, resi ancora più belli dal fatto che eravamo quasi i soli, tra il verde-blu del mare, gli scogli neri e le due differenti vegetazioni delle coste, ovest ed est.
La prima è un susseguirsi di macchia mediterranea che piano piano scivola verso l’acqua, alternando bassi cespugli di colori che vanno dai verdi ai grigi.


La seconda, più scoscesa e a picco sul mare, è invece contraddistinta da terra rossa, campi brulli e pineta.



Non poteva mancare anche qualche tappa meno naturalistica, tra le vie strette dei paesi in tufo, a fotografare i palazzi in stile barocco e orientale, gli scorci sui porti e i tanti mercati, di pesce e ortaggi. Ho amato particolarmente gli angolini colorati dove i portoni in legno e i muri scrostati creano palettes di colori casuali ma straordinari.







I tre giorni in Puglia sono stati il cuore di un viaggio che è cominciato in Maiella, nell’Appennino orientale, e si è concluso a Matera, la famosa città dei sassi. Prima di concludere la prima parte dedicata alla Puglia, per rendere onore al titolo, sono costretta a postare qualche foto degli uliveti…